domenica 12 giugno 2016

La storia di Franca Viola da Wikipedia

Biografia

Origini

Francesca Viola, detta Franca era figlia di una coppia di coltivatori diretti e, all’età di quindici anni, con il consenso dei genitori si fidanzò con Filippo Melodia, nipote del mafioso Vincenzo Rimi e membro di una famiglia benestante. Tuttavia in quel periodo Melodia venne arrestato per furto ed appartenenza ad una banda mafiosa e ciò indusse il padre di Franca, Bernardo Viola, a rompere il fidanzamento; per queste ragioni, la famiglia Viola fu soggetta ad una serie di violente minacce ed intimidazioni: il loro vigneto venne distrutto, il casolare annesso bruciato e Bernardo Viola addirittura minacciato con unapistola al grido di “chista è chidda che scaccerà la testa a vossia” ma tutto ciò non cambiò la sua decisione.

La vicenda del matrimonio

Infine il 26 dicembre 1965, all’età di 17 anni, Franca Viola fu rapita (assieme al fratellino Mariano di 8 anni, subito rilasciato) da Melodia, che agì con l’aiuto di dodici amici, con i quali devastò l’abitazione della giovane ed aggredì la madre che tentava di difendere la figlia. La ragazza fu violentata e quindi segregata per otto giorni in un casolare al di fuori del paese e poi in casa della sorella di Melodia ad Alcamo stessa; il giorno di Capodanno, il padre della ragazza fu contattato dai parenti di Melodia per la cosiddetta “paciata”, ovvero per un incontro volto a mettere le famiglie davanti al fatto compiuto e far accettare ai genitori di Franca le nozze dei due giovani. Il padre e la madre di Franca, d’accordo con la polizia finsero di accettare le nozze riparatrici e addirittura il fatto che Franca dovesse rimanere presso l’abitazione di Filippo, ma il giorno successivo, 2 gennaio 1966 la polizia intervenne all’alba facendo irruzione nell’abitazione, liberando Franca ed arrestando Melodia ed i suoi complici.
Secondo la morale del tempo, una ragazza uscita da una simile vicenda, ossia non più vergine, avrebbe dovuto necessariamente sposare il suo rapitore, salvando l’onore suo e quello familiare. In caso contrario sarebbe rimastazitella, additata come “donna svergognata“. All’epoca, la legislazione italiana, in particolare l’articolo 544 del codice penale, ammetteva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale, anche ai danni di minorenne, qualora fosse stato seguito dal cosiddetto “matrimonio riparatore“, contratto tra l’accusato e la persona offesa; la violenza sessuale era considerato oltraggio alla morale e non reato contro la persona.
Il caso sollevò in Italia forti polemiche divenendo oggetto di numerose interpellanze parlamentari. Durante il processo che seguì[2], la difesa tentò invano di screditare la ragazza, sostenendo che fosse consenziente alla fuga d’amore, la cosiddetta “fuitina“, un gesto che avrebbe avuto lo scopo di ottenere il consenso al matrimonio, mettere la propria famiglia di fronte al fatto compiuto e che il successivo rifiuto di Franca di sposare il rapitore sarebbe stato frutto del disaccordo della famiglia per la scelta del marito. Filippo Melodia fu condannato a 11 anni di carcere, ridotti a 10 e quindi a 2 anni di soggiorno obbligatonei pressi di Modena. Pesanti condanne furono inflitte anche ai suoi complici dal tribunale di Trapani, presieduto dal giudice Giovanni Albeggiani.[3]
 Melodia uscì dal carcere nel 1976 e fu ucciso da ignoti, il 13 aprile 1978, nei dintorni di Modena, con un colpo dilupara. Franca Viola diventerà in Sicilia un simbolo di libertà e dignità per tutte quelle donne che dopo di lei avrebbero subito le medesime violenze e ricevettero, dal suo esempio, il coraggio di “dire no” e rifiutare il matrimonio riparatore. Franca Viola si sposò nel 1968 con un giovane compaesano amico d’infanzia Giuseppe Ruisi, ragioniere, che insistette nel volerla sposare, nonostante lei cercasse di distoglierlo dal proposito per timori di rappresaglie.
La norma invocata a propria discolpa dall’aggressore: l’articolo 544 del codice penale sarà abrogato con la legge 442, emanata il 5 agosto 1981 a sedici anni di distanza dal rapimento di Viola, e solamente nel 1996 lo stupro sarà legalmente riconosciuto in Italia non più come un reato “contro la morale”, bensì come un reato “contro la persona”.
Come la stessa Franca ricordò anni dopo in una delle rare interviste concesse alla stampa, il futuro marito le avrebbe dichiarato di non temere ritorsioni da parte dei Melodia, dichiarando: “Meglio vivere dieci anni con te che tutta la vita con un’altra[4]. La coppia ebbe due figli: si trasferì a vivere a Monreale per i primi tre anni di matrimonio, per poi tornare adAlcamoGiuseppe SaragatPresidente della Repubblica, inviò alla coppia un dono di nozze per manifestare a Franca Viola la solidarietà e la simpatia sua e degli italiani. In quello stesso anno i due sposi furono ricevuti dal papa Paolo VI in udienza privata. Il regista Damiano Damiani, nel 1970, realizzò il film La moglie più bella, ispirato alla vicenda e interpretato da un’esordiente e giovanissima Ornella Muti.

Gli anni 2000

Franca Viola ha due figli e una nipote e vive ad Alcamo. Il 22 ottobre 2011 ha lanciato un appello sul Giornale di Sicilia per aiutare il figlio malato, costretto a continui trasferimenti dall’ospedale Cervello al Policlinico per curarsi. Nella nuova intervista al giornalista Riccardo Vescovo, la donna è tornata ad apparire in pubblico dopo 43 anni attraverso una foto comparsa sul giornale. A circa 24 ore dall’appello, il figlio ha ottenuto il trasferimento definitivo evitando i dolorosi spostamenti quotidiani. L’8 marzo 2014, in occasione della festa della donna, Franca Viola è stata insignita al Quirinale dell’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dalPresidente della Repubblica Giorgio Napolitano.[5]

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