Il progetto

sabato 8 marzo 2014

Napolitano premia Franca Viola in Quirinale

«Ribellatevi. Quando vola il primo schiaffo, denunciate subito e lasciate il vostro uomo. Non perdete tempo, loro non cambiano»: l’appello di Franca Viola è più di un monito. Sono le parole di chi la storia l’ha scritta e l’ha cambiata. È il messaggio di una delle donna più coraggiose che il mondo abbia mai conosciuto. Perché negli anni Sessanta, in Italia, se subivi uno stupro, dopo era considerato normale sposare l’aggressore per sanare il reato. Ma Franca Viola, originaria di Alcamo, in provincia di Trapani, nonostante fosse allora appena diciottenne, rifiutò il matrimonio riparatore e fece arrestare i suoi aguzzini. «Fu una scelta normale dettata dal cuore», ha sempre detto. Oggi, nel giorno della festa della donna, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, premierà Franca Viola, perché col suo coraggio portò all’abolizione della terribile legge 544, grazie alla quale bastava sposare lo stupratore per estinguere il reato. Accompagnata dal figlio Mauro e dalla nuora Barbara, Franca salirà alle 11 in Quirinale per ricevere l’onorificenza Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. «I tempi sono cambiati, è vero – dice Franca Viola al Giornale di Sicilia - c’è più coraggio da parte delle donne ma mi accorgo che c’è anche molta violenza. Giorno dopo giorno arrivano notizie di donne uccise, vittime di abusi. Speriamo che la gente cambi, che gli uomini siano meno violenti e le donne più attente, ma il coraggio da solo non basta. Ci vogliono più strutture adatte per aiutare le donne a denunciare, perché se dopo essersi rivolte alle forze dell’ordine tornano a casa, la situazione non può che essere peggiore. E proprio per questa paura molte non denunciano. Lo Stato – prosegue Viola - deve farsi sentire vicino, ma spesso non lo è, è lontano e agisce solo quando scorre il sangue. A quel punto però le donne rischiano la vita. Il mio appello contro la violenza è soprattutto allo Stato».




Articolo del Giornale di Sicilia dell'8 marzo 2014. Per informazioni vescovoriccardo@gmail.com

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